Wilfred Bion
Tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso emerge un nuovo modello di psicosomatica che ha le seguenti caratteristiche: (Solano, 2001):
In conseguenza di questo nuovo orientamento, nella psicosomatica si passa dalla vecchia concezione di un conflitto nella psiche a quella di un deficit di competenze relazionali ed emozionale.
La psicologia e la neurobiologia dovrebbero ormai essere condivise quali schemi di riferimento, che permettono di impiegare metodi scientifici differenti, al fine di indagare su aspetti diversi della persona. Ma la mentalità diffusa, da secoli, porta spesso a separare erroneamente la mente dal corpo. La differenza tra corpo e mente non è tanto negli eventi osservati, quanto nei linguaggi con i quali vengono descritti. La psicoanalisi, per esempio, ci permette di indagare sulle cause inter e intrapsichiche della malattia o del disturbo; la neurobiologia ci consente di approfondire la conoscenza dei meccanismi mente-corpo e dei substrati biologici dei dinamismi psichici. La scissione mente corpo è solo una questione di vertici da cui si osserva un fenomeno che può essere osservato nel suo dato biologico o nella sua esperienza soggettiva psicologica. Una variazione dell’uno ha una ripercussione nell’altro e viceversa. Non esiste una dimensione di separatezza di corpo e mente. D’altra parte, questo parallelismo non ci deve impedire di cercare i punti di convergenza nei quali si può trovare una corrispondenza biunivoca tra la mente e il corpo o dove le scoperte alle quali si giunge in una disciplina possono essere utilizzate per favorirne nell’altra (Taylor, 1987).
Quindi si può davvero parlare di patologia somatica o psichico/sociale? Non sarebbe più corretto parlare di malattia o disturbo come mancanza di regolazione psicobiologica, espressione di una distorsione dell’identità? L’affetto è un’informazione a base somatica che segnala il livello di attivazione degli organi vitali. La malattia psico-somatica deve essere, quindi, vista come una perdita dell’equilibrio psicosomatico che consiste nel poter dire che la psiche ed il corpo sono due vertici osservativi di uno stesso fenomeno: la perdita di una loro corrispondenza, che può essere dovuta a varie cause, comporta il disequilibrio psicosomatico. Pertanto, nella malattia psicosomatica, non è la psiche che fa ammalare il corpo. La malattia è una questione di regolazione o disregolazione affettiva e/o emozionale. Gli stati affettivi sono il punto di unione fra gli stati somatici e quelli mentali. L’affetto lo si può immaginare avente due bracci uno che va verso il corpo che sono le emozioni e un altro che va verso la mente attraverso i sentimenti. L’affetto è un’informazione a base somatica che segnala il livello di attivazione degli organi vitali. Regolare l’affetto significa quindi regolare il corpo. (Solano, 2013-2016). La disregolazione affettiva può essere conseguente sia a relazioni primarie deficitarie con le nostre prime figure di accudimento, sia ad eventi di vita negativi (perdita del lavoro, pensionamento, lutti, traumi, malattie, ecc.) sia, paradossalmente, ad eventi di vita positivi che richiedano una ridefinizione della nostra personalità e quindi un riequilibrio del nostro sistema affettivo/psicosomatico.
Partendo, quindi, dal principio che la mente è una struttura relazionale e non può nutrirsi da dentro, se prima non sia stata nutrita da fuori attraverso dei buoni legami, possiamo dire, come afferma Winnicott (1958), che l’esistenza psicosomatica “è una conquista e, benché si fondi su una tendenza ereditaria alla crescita, non può diventare una realtà senza la partecipazione attiva di un essere umano che “contenga” e “manipoli” (holding e handling winnicottiano) il bambino. Un fallimento in questo ambito ha a che fare con tutte le difficoltà che insidiano la salute psicofisica e che in effetti derivano da una debole struttura della personalità.” Lavorando quindi nella visione di un’unità mente-corpo, all’interno di un contesto terapeutico in grado di nutrire questo continuum, si interviene favorendo i processi di trasformazione, e di crescita psichica e neurologica. Gli “affetti” sono esperienze psicobiologiche che esistono prima di tutto nel “teatro del corpo” e solo dopo aver percorso le vie del sistema nervoso periferico e poi centrale possono apparire sotto forma di emozioni nel “teatro della psiche”.
Il gruppo di ricercatori di Toronto, guidati dallo psicoanalista G. J. Taylor, ha assunto un ruolo di primo piano nel panorama contemporaneo delle scienze psicologiche, riuscendo a emancipare il costrutto “locale” di alessitimia, inizialmente confinata nell’ambito esclusivo della medicina psicosomatica, rendendolo il cardine di una spiegazione più ampia dei fenomeni clinici legati alla disorganizzazione affettiva.
L’alessitimia è un deficit nella capacità di regolare gli affetti, che, a seconda del suo grado di strutturazione, può coinvolgere interamente la vita di un individuo e la sua modalità di esperire il proprio corpo, il proprio mondo interno, e le relazioni con l'ambiente esterno. Taylor e i suoi collaboratori sottolineano come il costrutto di alessitimia investe diverse patologie e che non può essere considerata un fenomeno “tutto o nulla”, come se si trattasse di una incapacità assoluta di provare ed esprimere emozioni.
Piuttosto, l’alessitimia va intesa come un deficit nella capacità di regolare gli affetti, che, a seconda del suo grado di strutturazione, può coinvolgere interamente la vita di un individuo e la sua modalità di esperire il proprio corpo, il proprio mondo interno e le relazioni con l’ambiente esterno, oppure intaccare specifiche aree mentali, relative a determinati contenuti dell’esperienza. Per un approfondimento vedi Alessitimia, Psicosomatica e Regolazione Affettiva - Associazione Essere Con
Quindi consideriamo una difficoltà di esprimere/regolare le emozioni come il principale movente del salto dallo psichico al somatico, ci troviamo nell’area del deficit, non più in quella del conflitto, nell’area di una carenza e non in quella di una difesa; l’individuo non reprime, inibisce o nega emozioni e rappresentazioni incompatibili, piuttosto non ha parole per esprimerle (Taylor, 1999).
Da questo quadro teorico e dall’analisi delle opere di numerosi autori, discende la definizione di due nostre ipotesi di funzionamento mentale ben distinte: le condizioni somato-psichiche e quelle psico-somatiche. [i]
Il Centro studi e ricerche sulla regolazione affettiva, attivo nel territorio romagnolo dal 2012, pone questi temi al centro delle proprie ricerche in campo medico, psicoterapeutico e sociale, sviluppando un suo discorso clinico-teorico che si è prodotto in questi anni attraverso lo studio intensivo dell’affettività e della sua complessa regolazione, che può sfociare in disturbi psichici/relazionali/comportamentali o in veri disturbi o malattie somatiche.
Il Centro svolge prevalentemente attività’ di:
La formazione si articola in quattro incontri mensili di supervisione clinica della durata di due ore presso la sede di via Lazzaretto 29/a Forlì.
La formazione inoltre prevede incontri seminariali di approfondimento teorico/clinico (gruppo di studio). I seminari verteranno sulle tematiche della regolazione affettiva fra psicoanalisi, neuroscienze affettive, psicosomatica, medicina psicobiologia, ed arte terapia. Articoli - Associazione Essere Con
Gli interventi sono particolarmente rivolti a persone che soffrono di disturbi della regolazione affettiva che possono sfociare in disturbi della sfera psichica/comportamentale quali (disturbi di personalità, disturbi psicotici, disturbi d’ansia e depressivi, disturbi di panico, Fobie, disturbi da uso di sostanze e alimentari) ed in somatizzazioni o in vere e proprie malattie psicosomatiche quali (malattie gastrointestinali croniche, malattie dell’apparato respiratorio, malattie dermatologiche, coronaropatie ed ipertensione, malattie oncologiche, diabete mellito, artrite reumatoide ecc.
Il centro si avvale della presenza di psicologi, psicoterapeuti medici e arte terapeuti di formazioni diverse ma con un interesse specifico comune per i disturbi psicosomatici e della regolazione affettiva, formatosi nel corso di questi anni intorno alle più accreditate teorie della medicina psicosomatica, della regolazione affettiva, della psicoanalisi contemporanea, delle Neuroscienze affettive e dell’Arte Terapia psicodinamica.[ii]
Coordinatore: Dott. Ivano Frattini, Psicologo clinico, Psicoterapeuta Psicoanalitico, Gruppoanalista, Psicosomatista, Vicepresidente Associazione Essere Con APS.
Vice-Coordinatore: Dott.ssa Simonetta Guaglione, Psicologa clinica, Psicoterapeuta espressivo psicodinamico.
Dott.ssa Mariana Marquez, Psicologa clinica, Psicoterapeuta individuale e di gruppo ad orientamento umanistico con studi integrati a orientamento psicodinamico.
Dott. Nicola Drudi, Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni.
Dott.ssa Silvia Righini, Medico di Cure Primarie.
Dott.ssa Daniela Valpiani, Medico, Gastroenterologo.
Dott.ssa Monica Pacetti, Medico Psichiatra, Psicoterapeuta
Dott. Marco Valentini, Medico, Specialista in Reumatologia.
Mainolfi Stefania Insegnante di Yoga (RYT200), Yoga Terapeuta.
Dott.ssa Silvia Cesario - Psicologa, Psicoterapeuta Psicodinamica.
Silvia Borghini, Educatrice sociale, Arte terapeuta (Formata c/o Art Therapy Italiana), Presidente Associazione Essere Con APS.
Dott.ssa Chiara Baldassarri, Pedagogista, arte-terapeuta, formazione presso Art Therapy Italiana.
Dott.ssa Laura De Marsiliis, Psicologa, Psicoterapeuta espressiva psicodinamica, Specialista in Danzamovimentoterapia.
Dott.ssa Paola Radrizzani - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva Psicodinamica, Specialista in Danzamovimentoterapia.
Per approfondimenti bibliografici Bibliografia Generale di tutti gli articoli e le pagine del sito - Associazione Essere Con
[i] Le condizioni somato-psichiche sono forme di funzionamento caratterizzate da una pervasiva mancanza di strutturazione e organizzazione del Sé e da una difficoltà pressoché totale a costruire rappresentazioni degli stati psichici interni, che non possono essere pensati o verbalizzati. Siamo lontani dall’idea comune della psiche che fa ammalare il corpo, in queste forme il corpo deve sostituire la mente che non è in grado di occuparsi e di elaborare ciò che accade all’interno di sé e sul proprio corpo.
Le condizioni psico-somatiche, invece, sono caratterizzate da una presenza e organizzazione di un Sé strutturato e capace di simbolizzazione, ma al cui interno si trova, più o meno a seconda della gravità dei casi, un’incapacità di elaborazione e di contenimento degli stati affettivi che si possono produrre a seguito di stimolazioni interne o esterne. Per evitare implosioni e al fine di imprigionare le emozioni, i moti affettivi in eccesso di contenimento verranno evacuati nel soma, in agiti comportamentali o in schematismi fissi e rigidità di pensiero. Conoscere la differenza tra queste due condizioni non è solo una questione di maggior chiarezza teorica, ma un’indicazione operativa per la clinica, poiché il trattamento è molto differente nelle due situazioni delineate. Le condizioni somato-psichiche e psico-somatiche sono due ipotesi diagnostiche sul funzionamento mentale dell’individuo, che ci sia evidenza di disturbi psicosomatici o no, poiché forniscono un’indicazione sul modo in cui quella persona regola il proprio stato emozionale o affettivo. Vale la pena esplicitare in questa sede il significato dell’utilizzo o meno del trattino nelle due parole, poiché la sua presenza implica anche graficamente la separazione tra i due termini, quindi uno stile di funzionamento che sottende il disturbo e la non integrazione fra soma e psiche con le differenze evidenziate fin qui. Il trattamento clinico che scaturirà dalle ipotesi diagnostiche avrà come scopo ideale proprio quello dell’eliminazione di quel trattino, migliorando la consapevolezza della capacità di regolazione affettiva e del mezzo più adeguato a esprimere emozioni e stati d’animo.
[ii] I principali autori di riferimento della formazione sono nell’area psicoanalitica, Winnicott, Bion, Kohut e gl autori postbioniani in primis Antonino Ferro, nell’area prettamente dell’alessitimia e della regolazione emozionale Taylor, Bucci, Solano, Porcelli, Caretti ecc. per l’area della ricerca in neuropsicobiologia Schore e Hill, per gli studi dell’Infant Research Beatrice Beebe, Lackman e Daniel Stern, nel campo delle neuroscienze affettive Pankseep, LeDoux, Damasio, Kandel. Non mancano riferimenti ad altri autori quali Bottaccioli e atri autori nel campo della Pnei psiconeuroendocrinoimmunologia, Edelman nel campo degli studi sulla coscienza, Imbasciati, Mancia e altri per le opere di integrazione fra psicoanalisi e neuroscienze, nel campo delle dinamiche gruppali Bion, Foulkes, Neri, Napolitani, Pines ecc. Per riferimenti sull’Arte terapia vedi nel sito Arte come cura - Associazione Essere Con