Ad Aprile del 2016 il “Centro di studi e ricerche sulla terapia della regolazione affettiva” (Centro studi sulla regolazione affettiva - Associazione Essere Con), ha istituito insieme al Nucleo di Cure Primarie 4 di Forlì, il PROGETTO:
“PSICOLOGO DI BASE E MEDICO DI BASE “INSIEME”, UN SERVIZIO DI COLLABORAZIONE A FORLI’”.
Il coordinatore del progetto è il Dott. Ivano Frattini che collabora con la Dott.ssa Silvia Righini (membro del Centro Studi e Ricerche sulla Regolazione affettiva e medico di cure primarie e del nucleo 4), e la Dott.ssa Lucia Mordenti (Responsabile Medico del Nucleo di cure primarie 4 di Forlì) e con tutti i medici del Nucleo 4, per il suddetto progetto.[i]
Il progetto è stato avviato in data 4 Aprile 2016 ed è tuttora attivo.
Un contributo importante alla comprensione della natura di questa collaborazione è stato per noi il resoconto dell’esperienza del Dott. Solano(2001, 2011) sullo “Psicologo di base”, realizzato a Roma dal 2001 ed ancora attivo all’università della Sapienza.
Numerose ricerche hanno confermato che almeno il 50% delle richieste che pervengono ai Medici di medicina generale esprimono più disagio di tipo relazionale/esistenziale più che un problema somatico. Rimangono poi abbastanza fuori da questi risultati tutte quelle persone che riescono ad esprimere il loro disagio solo attraverso il corpo. Infatti le più recenti tendenze della psicosomatica mostrano altresì, che anche il disagio che prende forme somatiche, sia funzionali od organiche, nella maggior parte dei casi riconosce anche radici psico-sociali (relazionali, intrapsichiche, storiche-traumatiche, legate al ciclo di vita) e che qualunque tipo di problema, anche indubbiamente organico, venga portato al medico, può trovare migliore soluzione se, oltre ad essere considerato in termini biologici, viene inquadrato nel contesto relazionale e nel ciclo di vita del paziente. La difficoltà da parte del medico oggi di offrire risposte ad una domanda di tipo psico-sociale è resa molto difficile dalla progressiva differenziazione, che ha origine nella seconda metà dell’ottocento, tra medicina e psicologia, cioè tra approccio al corpo, e alla mente di un individuo. Questo approccio ha portato purtroppo ad una scotomizzazione dell’importanza dei fattori emozionali e relazionali nella malattia e nella salute, e più in generale della specificità della singola persona. Resta un problema importante il fatto che molte ricerche confermano che molte persone accusano problematiche psicologiche ma sono ben pochi coloro che si rivolgono ad uno psicologo. Progetti, come questo, talaltro molto rari ed estremamente difficili da realizzare nel nostro paese, creano una prima forma di opportunità di costituire una situazione in cui l’ascolto psicologico appaia chiaramente come qualcosa previsto per tutti, e non solo per una categoria particolare di persone.
Il nostro campo di intervento, come “Centro di Studio e Ricerca sui disturbi della regolazione affettiva”, è specialistico nella cura psicologica con un approccio psicosomatico/psicodinamico e si basa sulle premesse sopra esposte. Alla luce di quanto detto abbiamo cercato di costituire un progetto/servizio che riuscisse a far lavorare insieme il medico e lo psicologo. Il progetto quindi nasce dall’idea virtuosa di riuscire a far collaborare medico e psicologo a favore dello stesso paziente offrendogli uno spazio in cui potere ascoltare e capire nel modo migliore la sua problematica. Il progetto “Medico e Psicologo di base insieme”è ’stato attivato ad Aprile 2016 dai medici e psicologi del “Centro studi e ricerca sui disturbi della regolazione affettiva”, gruppo presente all’interno dell’Associazione APS di Forlì (FC) “Essere con”, e i medici del Nucleo di cure primarie 4 della zona Ronco di Forlì. Il “modello teorico/clinico” del “Centro Studi e Ricerca sui disturbi della Regolazione Affettiva”, che sta costruendo da oltre 7 anni è il frutto di una approfondita preparazione teorico-scientifica di psicoterapeuti e psicologi ed altre figure professionali, già formati professionalmente in ambito clinico.
Questo progetto quindi prevede la collaborazione tra il medico e lo psicologo che operano entrambi all’interno del Nucleo, per offrire al paziente un approccio integrato al corpo e alla mente dell’individuo. Il Centro ha sviluppato una sua modalità di intervento metodologico basato sui 3 colloqui, per riuscire non solo negli ambiti dei nuclei, ma all’interno di qualsiasi struttura territoriale, dove si possa offrire ai cittadini una cura integrata, basata sulla nostra metodologia clinico/teorica. Oltre al progetto pilota, iniziato a marzo 2016 e tutt’ora attivo, sul territorio attraverso la collaborazione tra i nostri psicologi e psicoterapeuti e i medici di medicina generale del Nucleo di Cure Primarie 4 di Forlì, abbiamo recentemente avviato due nuovi progetti con caratteristiche simili presso il nucleo di cure primarie 3 di Forlì e con il Poliambulatorio privato Kripton di Forlì (MenteCorpo - Associazione Essere Con). In quest’ultimo il servizio offerto dagli psicologi non è gratuito. In tutti e tre i progetti si attua la cura integrata tra medico (specialista e di medicina generale), professionisti sanitari (fisioterapisti, ecc.) e psicologi/psicoterapeuti in formazione continua attraverso il Centro di Studio Ricerche con seminari teorico/clinici e supervisioni su casi clinici.
In termini operativi ciò si traduce nell’attivazione di un Servizio di Psicologia a Libero Accesso rivolto ai pazienti afferenti allo studio del MMG aderente al Progetto. Il Servizio di Psicologia a Libero Accesso prevede la possibilità, per i pazienti assegnati al medico cooperante e segnalati dallo stesso, di svolgere, in forma gratuita per il paziente e senza alcun costo per lo studio medico ospitante e/o per il medico cooperante, tre colloqui psicologici per la valutazione, la prevenzione, l’educazione e, ove possibile, l’intervento sulle forme di disagio psicologico eventualmente riscontrate.
L’intervento dello psicologo si basa su tre colloqui gratuiti, sia per il paziente sia per lo psicologo che opera in maniera volontaristica, da offrire ai pazienti dei nuclei medici. L’obbiettivo dei tre colloqui è quello di cogliere il significato comunicativo dei sintomi del paziente, e i nessi di questi con le dinamiche relazionali/sociali/transgenerazionali integrandolo con il momento del ciclo di vita del paziente. Quindi l’intervento che si attua non si configura come una psicoterapia. Il passaggio ad una richiesta di cura psicoterapica è piuttosto complesso e lungo di solito, se pur avviene. È in questo spazio che si colloca l’intervento dello psicologo di base che sarà focalizzato sul sintomo e finalizzato alla ricostruzione o costruzione di una connessione fra quest’ultimo e la vita attuale e passata del paziente. L’invio ad uno psicoterapeuta si configura solamente come una possibilità. Lo psicologo, dopo i tre colloqui, aiuterà il medico a coordinare eventuali interventi specialistici. Sino ad ora hanno aderito a questo servizio più di 250 persone, di cui oltre la metà presentava un disturbo o malattie fisiche.[ii] Questo è frutto di una buona collaborazione fra medico e psicologo perché solitamente costoro non si rivolgono allo psicologo Un cambiamento importante che nel suo piccolo potrebbe segnalare che è possibile un inizio di “cambio di paradigma: dallo Psicologo si può andare anche con una malattia somatica e la psicoterapia (non tutte) può essere una cura anche per malattie prettamente con sintomatologia somatica.[iii]
Il progetto oltre ai colloqui gratuiti prevede una restituzione al paziente e al medico. In conclusione l’approccio proposto dalla collaborazione tra l’Associazione Essere Con e i medici di base del nucleo delle cure primarie n.4 promuove una visione della cura globale della persona mediante il concetto della regolazione affettiva, costrutto fondante del funzionamento psico-somatico o somato-psichico di ciascun individuo. Differenza di funzionamento che il Centro di studi di Forlì sta portando avanti da oltre sei anni nel suo operare di studio e ricerche.
Per un maggiore approfondimento Medico e psicologo di base insieme: Un progetto di cura Mente-Corpo integrata - Associazione Essere Con
Bibliografia consigliata
Imbasciati A. La mente medica- Springer, 2008;
La Barbera D., Lo Verso G.- Psicoterapia e medicina- Ed. Alpes 2016;
Solano L.-Tra mente e corpo. Come si costruisce la salute- R. Cortina, 2013;
Solano L.-Una base più sicura. Esperienze di collaborazione diretta tra medici e psicologi-Franco Angeli 2003;
Solano L.-Dal sintomo alla persona. Medico e psicologo insieme per l’assistenza di base- Franco Angeli 2011;
Giusti E.- Lo psicoterapeuta sanitario nell’ambulatorio medico- Sovera Edizioni 2016.
Bibliografia Generale di tutti gli articoli e le pagine del sito - Associazione Essere Con
COORDINATORE DEL PROGETTO: Dott. Ivano Frattini, Psicologo Psicoterapeuta Psicoanalitico, Gruppoanalista, Psicosomatista. Coordinatore del Centro Studi e Ricerche sulla Regolazione affettiva.
VICE-COORDINATORE: Dott.ssa Simonetta Guaglione, Psicologa, Psicoterapeuta Espressivo psicodinamico. Vice- Coordinatore del Centro Studi e Ricerche sulla Regolazione affettiva. Presidente Associazione Essere Con APS.
[i] Tramite questo progetto è stata attivata una fruttuosa e continuativa collaborazione per fornire consulenze psicologiche alla cittadinanza in maniera diffusa, attuando il Decreto PCN del 12.1.2017 sui nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che sancisce il diritto dei cittadini all’assistenza psicologica. Questa esigenza è stata affrontata per la prima volta dai medici di base del Nucleo di Cure Primarie n.4 dell’AUSL di Forlì che hanno accolto con favore l’affiancamento degli psicologi dell’Associazione Essere Con nell’individuazione delle patologie psico-somatiche in aumento progressivo come testimoniato dalla prescrizione di psicofarmaci utilizzati per combattere ansia, nevrosi, attacchi di panico, depressione e insonnia, gastriti dermatiti, cistiti, contratture muscolari, solo per citare le condizioni più diffuse, presenti nell’8% della popolazione. Dalle ricerche emerge che al 6% della popolazione è stato prescritto, almeno una volta nel corso dell'anno, un antidepressivo per un totale di circa 3,6 milioni di italiani solo nel 2017 (fonte Agenzia italiana del farmaco ed analisi effettuata sui dati delle prescrizioni farmaceutiche rimborsate dal Servizio sanitario nazionale).
[ii] I dati raccolti tramite l’osservazione e il colloquio clinico e inserite su schede di raccolta dati compilati dopo il colloquio clinico hanno evidenziato 4 le tipologie di disturbi psicologici maggiormente rappresentativi di questa sperimentazione: 1)disturbi d’ansia (29%); 2) disturbi psicosomatici (24%); 3) disturbi dell’umore (14%); 4) disturbi di personalità (12%); le ETA’ che maggiormente hanno usufruito di tali colloqui rientrano tra i 21 ed i 60 anni, concentrando in tale range circa l’85% del nostro campione.
Oltre il 60% del nostro campione ha svolto tutti e tre i colloqui a disposizione, il 17% due colloqui ed il 23% solo un colloquio.
Ai dati quantitativi seguono anche i dati qualitativi:
relativamente all’efficacia del servizio offerto in termini di “utilità per il paziente”, abbiamo riscontrato che a distanza di 6 mesi dai colloqui svolti, il 64% dei pazienti ha diminuito il numero degli accessi (di questi il 16% non ha avuto accessi o richieste) presso il MMG, con conseguente diminuzione diretta sia di prescrizioni di esami sia farmacologiche, mentre per il 30% del campione gli accessi restano invariati. Tale riscontro conferma l’utilità quindi non solo per il paziente, diretto interessato ed usufruitore del Servizio, ma anche per i MMG ed il SSN nel suo complesso.
[iii] Invece i nostri dati hanno confermato quello che le ricerche di Solano (2011) hanno evidenziato: la prevalenza delle persone viste ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, età in cui le malattie sono causa di assenze lavorative con enormi ricadute economiche. È stata altresì confermata una bassa affluenza dei giovani tra i 18 e i 25 anni. Questa è una delle fasi evolutive più delicate, in cui di solito si manifestano per la prima volta la maggior parte dei sintomi mentali e fisici, con il rischio che un non pronto intervento consolidi e cronicizzi la condizione patologica.”