CONFERENZA
03 ottobre 2019

CONFERENZA "MEDICO E PSICOLOGO DI BASE INSIEME" 19 OTTOBRE 2019

CONFERENZA

 

Venerdì 19 ottobre 2019 presso la Sala Calamandrei del Comune di Forlì si è svolto un incontro gratuito rivolto alla cittadinanza ed agli addetti ai lavori sul tema “Cura come diritto universale alla salute”. L’Associazione Essere Con di Forlì in collaborazione con il Nucleo di Cure Primarie n.4 hanno proposto un approccio globale alla cura della persona nel forlivese denominato “MEDICO E PSICOLOGO DI BASE INSIEME”.L’evento è stato inaugurato dal saluto dell’Assessore al Welfare ed alle Politiche della Famiglia Avv.to Rosaria Tassinari e seguito dalla presentazione dell’Associazione Essere Con svolta dall’attuale Presidente in carica Dott.ssa Simonetta Guaglione psicologa e mediatrice familiare.Tra i relatori sono intervenuti la Dott.ssa Mariana Marquez Psicologa e Psicoterapeuta che ha sottolineato come già nel Nord Europa sia una consuetudine la presenza del professionista psicologo nell’ambito delle cure primarie. L’esperienza dell’Associazione avviata dal 2015 pone al centro dell’approccio alla salute la multifattorialità delle cause. La salute e la malattia dipendono da uno specifico equilibrio psicosomatico che non vede il corpo e la mente quali entità separate, ma piuttosto in un continuo dialogo.Il contributo della Dott.ssa Silvia Righini, medico di base del nucleo di cure primarie n.4, ha messo l’accento sulla relazione tra il medico e il paziente: è possibile allenare l’occhio clinico del professionista nell’individuazione di specifiche criticità emotivo-affettive veicolate attraverso i contenuti dei sintomi o delle malattie espresse. E’ importante, ha sottolineato la Dott.ssa Righini, che il medico possa avere uno sguardo a 360° sul paziente e visualizzare orizzonti che possano oltrepassare il limite del sintomo. Il punto di vista del paziente sulla malattia è un dato soggettivo più che oggettivo e generalizzabile ed è esclusivamente partendo dalla presenza soggettiva all’interno del campo relazionale tra il medico e il suo assistito che è possibile costruire una cura efficace, adeguata e personalizzata.Il Dott. Ivano Frattini psicologo psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e gruppoanalitica, ha fornito ai presenti una rinnovata visione della malattia psicosomatica. Quest’ultima può essere vista come una perdita dell’equilibrio psicosomatico che consiste nel poter dire che la psiche ed il corpo sono due vertici osservativi di uno stesso fenomeno: la perdita di una loro corrispondenza, che può essere dovuta a varie cause, comporta il disequilibrio psicosomatico. Pertanto nella malattia psicosomatica “non è la psiche che fa ammalare il corpo …” La malattia è una questione di regolazione o disregolazione affettiva e/o emozionale. Gli stati affettivi sono il punto di unione fra gli stati somatici e quelli mentali. L’affetto lo si può immaginare avente due bracci uno che va verso il corpo che sono le emozioni e un’altra che va verso la mente attraverso i sentimenti. Molti pazienti osservati all’interno del progetto rientrano nel costrutto definito come Alessitimia, (o alexitimia, dal greco a- “mancanza”, lexis “parola” e thymos “emozione” vale a dire mancanza di parole per esprimere le emozioni). L’alessitimia quindi rappresenta un quadro psicologico che descrive una condizione di ridotta consapevolezza emotiva, che comporta un'incapacità sia di riconoscere e sentire, sia di descrivere verbalmente i propri stati emotivi che quelli altrui. Si può affermare che la disregolazione affettiva fa parte del sistema affettivo/emotivo, che se alterato può influire sicuramente su altri sottosistemi biologici, come il sistema nervoso autonomo, il sistema endocrino e quello immunitario, contribuendo allo sviluppo di un disturbo o di una malattia somatica.Alla luce di quanto detto nei tre interventi sul progetto, possiamo indicare sommariamente le sue peculiarità. L’intervento dello psicologo si basa su tre colloqui gratuiti, sia per il paziente sia per lo psicologo che opera in maniera volontaristica, da offrire ai pazienti dei nuclei medici. L’obbiettivo dei tre colloqui è quello di cogliere il significato comunicativo dei sintomi del paziente, e i nessi di questi con le dinamiche relazionali/sociali/transgenerazionali integrandolo con il momento del ciclo di vita del paziente. Gli affetti più o meno regolati gestiscono il livello e il grado consapevolezza. In quest’ottica non apriamo finestre o scaviamo per portare in luce dei contenuti per poi lasciarli al paziente (da solo con questi contenuti), come se fossero delle patate bollenti, ma diamo una apertura di possibilità di vedere i propri sintomi in una veste diversa, un primo stadio di consapevolezza ed aderire a nuove possibilità di cura, se la persona le vuole accogliere. Questo presuppone un lavoro intenso dello psicologo che lavorerà in questi pochi incontri sui suoi stati affettivi che la relazione con il paziente attiva per poi dare alla fine, una restituzione di cosa ha osservato e soprattutto “patito” nella relazione con lui/lei. Quindi l’intervento che si attua non si configura come una psicoterapia. Il passaggio ad una richiesta di cura psicoterapica è piuttosto complesso e lungo di solito, se pur avviene. E’ in questo spazio che si colloca l’intervento dello psicologo di base che sarà focalizzato sul sintomo e finalizzato alla ricostruzione o costruzione di una connessione fra quest’ultimo e la vita attuale e passata del paziente. L’invio ad uno psicoterapeuta si configura solamente come una possibilità. Lo psicologo, dopo i tre colloqui, aiuterà il medico a coordinare eventuali interventi specialistici. Sino ad ora hanno aderito a questo servizio più di 180 persone, di cui oltre la metà presentava un disturbo o malattie fisiche. Frattini dice:” è il frutto di una buona collaborazione fra medico e psicologo perché solitamente costoro non si rivolgono allo psicologo. Un cambio importante che nel suo piccolo ha segnato un inizio di cambio di paradigma: Dallo Psicologo si può andare anche con una malattia somatica e la psicoterapia (non tutte) può essere una cura anche per malattie prettamente con sintomatologia somatica”. Invece i nostri dati hanno confermato quello che le ricerche di Solano hanno evidenziato: la prevalenza delle persone viste ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, età in cui le malattie sono causa di assenze lavorative con enormi ricadute economiche. È stata altresì confermata una bassa affluenza dei giovani tra i 18 e i 25 anni. Questa è una delle fasi evolutive più delicate, in cui di solito si manifestano per la prima volta la maggior parte dei sintomi mentali e fisici, con il rischio che un non pronto intervento consolidi e cronicizzi la condizione patologica.” Ai dati quantitativi seguono anche i dati qualitativi: relativamente all’efficacia del servizio offerto in termini di “utilità per il paziente”, si è riscontrato che a distanza di 6 mesi dai colloqui svolti, il 64% dei pazienti ha diminuito il numero degli accessi (di questi il 16% non ha avuto accessi o richieste) presso il MMG, con conseguente diminuzione diretta sia di prescrizioni di esami sia farmacologiche, mentre per il 30% del campione gli accessi restano invariati. Tale riscontro conferma utilità quindi non solo per il paziente, diretto interessato ed usufruitore del Servizio, ma anche per i MMG ed il SSN nel suo complesso. Il progetto oltre ai colloqui gratuiti prevede una restituzione al paziente e al medico. In conclusione l’approccio proposto dalla collaborazione tra l’Associazione Essere Con e i medici di base del nucleo delle cure primarie n.4 promuove una visione della cura globale della persona mediante il concetto della regolazione affettiva, costrutto fondante del funzionamento psico-somatico o somato-psichico di ciascun individuo. Differenza di funzionamento che il Centro di studi di Forlì sta portando avanti da oltre sei anni nel suo operare di studio e ricerche.