Alessitimia e meccanismi difensivi - Associazione Essere Con
20 aprile 2017

Alessitimia e meccanismi difensivi

Alessitimia e meccanismi difensivi

 

Alessitimia e meccanismi difensivi

Si possono delineare due principali prospettive teoriche: la prima concettualizza l'alessitimia come una difesa primaria e la seconda la identifica invece come un tratto stabile della personalità che si associa ad uno stile difensivo immaturo. Il primo contributo rilevante rispetto all'ipotesi che l'alessitimia potesse rappresentare una difesa nei confronti del dolore mentale è stato quello di Joyce Mcdougall. Secondo questa psicoanalista francese la desaffectation (una specie di parola senza affetto) svolgerebbe una funzione difensiva rispetto a traumi precoci, attraverso un meccanismo difensivo definito forclusione, che consentirebbe di espellere dalla psiche tutte quelle percezioni, quei pensieri o fantasie insopportabili.

Tale meccanismo manterrebbe una scissione tra psiche e soma e l'affetto non potrebbe essere rappresentato a livello simbolico. L'affetto si presenta secondo la McDougall come congelato nella sua capacità di farsi rappresentare. Secondo un altro autore importante in questo campo H. Krystal l'alessitimia è la conseguenza di un trauma psichico subito dal bambino prima che gli affetti siano stati pienamente desomatizzati, differenziati e rappresentati verbalmente.

Tra le conseguenze di questo trauma infantile Krystal include l'arresto dello sviluppo affettivo e di quello dell'immaginazione, un'anedonia che resta stabile per tutta la vita e un timore nei confronti degli affetti stessi; quest'ultimi diventano opprimenti e traumatici a causa della loro natura rudimentale e dell'immaturità della mente del bambino. Numerose ricerche hanno rilevato delle correlazioni positive fra alessitimia e difese primitive. Ma Taylor suggerisce che anche se dalle sue ricerche si evidenzia tale correlazione, questo non significa che l'alessitimia debba essere concettualizzata come una difesa primaria, piuttosto può significare che l'alessitimia può essere considerata un tratto stabile della personalità che interagisce con una organizzazione difensiva primaria.

In questi termini il problema risulta essere collegato alla complessità e alla multidimensionalità del costrutto di alessitimia che coinvolge gli aspeti sia cognitivi sia emotivo-affettivi del funzionamento mentale.